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"DITTICO"- una serata di danza

03.01.2016

“DITTICO”
Uno spettacolo in due atti attraverso i quali Sabrina Massignani esprime la sua instancabile ricerca coreografica e la sperimentazione che è un’esigenza, un bisogno naturale che muove il suo desiderio creativo, la fusione e la contaminazione tra i diversi stili, un punto fermo nella sua visione della danza come un’arte omnicomprensiva, e si riconosce in una prospettiva globale fatta di forme e stili diversi per riscoprire le inesauribili potenzialità del corpo danzante puro.

I° atto – Reminiscenze
“Noi siamo la nostra memoria
noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti
questo mucchio di specchi rotti”
J.L.Borges
Reminiscenze, un viaggio coreografico, quasi un sogno, un richiamo alla memoria di cose vedute, sentite, vissute.
Un risveglio in cui attraverso gesti, sguardi, contatti, l'anima fa memoria di momenti che ha conosciuto, recupera pezzi che formano i quadri del suo passato.
La percezione sensoriale è punto di partenza e stimolo di questo processo mnemonico e allo stesso tempo l'origine della coreografia di Sabrina Massignani che si sviluppa attraverso figure ed immagini coreutiche piene di intensità espressiva, eleganza e forza.
Il palcoscenico si trasforma in una realtà senza tempo in continua evoluzione dinamica in cui si susseguono tracce, sensazioni, ricordi a volte chiari, nitidi; altre volte sbiaditi e confusi che involontariamente dipingono ritratti della nostra anima.

II° atto - Le quattro stagioni
“Voi siete come le stagioni,
e sebbene nel vostro inverno
neghiate la vostra primavera, che riposa
dentro di voi, sorride nella sua sonnolenza
e non ne è sminuita”
Kahil Gibran, Il profeta 1923
Un viaggio coreografico attraverso la fusione di linee accademiche e dinamiche neoclassiche, in cui particolare attenzione viene posta alla melodia lirico sinfonica cercando un equilibrio tra armonia e movimento.
La musica scandisce il trascorrere delle stagioni diventando da un punto di vista coreografico spunto e metafora di un crescendo ballettistico, quattro quadri, il passare del tempo, ogni stagione si lega all'altra, un'evoluzione di colori e atmosfere.
Le note trascinanti ed intense si intersecano come i corpi dei giovani danzatori coinvolti in disegni coreografici, dinamiche plastiche e sinuose in un continuo cercarsi e allontanarsi, congiungersi e dividersi.
La gestualità dei danzatori sboccia timidamente al tepore della primavera, esplode con irruente eleganza al colore dell'estate, essi si inseguono come foglie portate dal vento d'autunno e avizziscono al gelo dell'inverno.
Ma niente va perduto, tutto continua si evolve e ritorna e il senso profondo del susseguirsi delle stagioni trova un'analogia perfetta nel senso della vita attraverso il linguaggio eclettico ed universale della danza.